Questo libro è uno spunto di riflessione su temi di pertinenza femminile come il femminicidio, la violenza di genere o la disparità del salario. Michela Murgia prende in esame alcune frasi di uso comune che mettono in evidenza questo profondo divario, spesso invisibile anche agli occhi delle donne.
Il paragrafo più rappresentativo nella logica del libro è l’ultimo (era solo un complimento) il quale riprende una delle nove frasi che l’autrice, Michela Murgia, analizza.
Tutti noi siamo succubi di una società patriarcale e maschilista che ci influenza sotto diverso aspetti, a partire dal linguaggio. Molte frasi (tra cui stai zitta oppure calmati) vengono utilizzate ormai quotidianamente contro le donne che molto spesso non ci fanno caso e lasciano correre. Semplicemente l’inesistenza del femminile in alcuni sostantivi lavorativi implica, di fatto, che è proprio il contesto in cui viviamo il quale, anche inconsciamente, pone dei limiti mentali difficili da superare.
“Questo libro è uno strumento che evidenzia il legame mortificante che esiste tra le ingiustizie che viviamo e le parole che sentiamo. Ha un’ambizione: che tra dieci anni una ragazza o un ragazzo, trovandolo su una bancarella, possa pensare sorridendo…” che finalmente questi limiti sono stati superati.