Bunker Diary
Kevin Brooks
Piemme,
2013
«Pensavo fosse cieco.
È così che mi ha preso.»
Linus è un ragazzo di sedici anni che si trova imprigionato in un bunker a causa della follia di un uomo incontrato per strada; questo, fingendosi cieco, lo prega di aiutarlo a caricare una valigia su un furgone. Il ragazzo riprende i sensi in uno spazio rettangolare, con un soffitto basso e un corridoio principale nel mezzo che porta ad un ascensore, l’unico collegamento verso l’esterno. All’interno di questa misteriosa struttura Linus inizierà a raccontare, attraverso un diario, la storia della permanenza sua e di altre cinque persone, una bambina e quattro adulti. Linus annoterà le torture fisiche e psicologiche che il gruppo è costretto a subire a causa dell’ “uomo di sopra”, all’interno di questa inquietante e misteriosa prigione da cui sembra impossibile scappare.
Qualcosa sull'autore
Kevin Brooks è nato e cresciuto a Exeter, città a sud-ovest dell’Inghilterra. Dopo aver svolto diversi lavori ha iniziato a scrivere libri per ragazzi. Il suo romanzo di debutto Martin Pig ha vinto il Branford Boase Award “per gli autori e i loro editori”, che ogni anno riconosce uno straordinario romanzo inglese per giovani. Nel 2014 Bunker Diary ha vinto la Carnegie Medal, il più prestigioso riconoscimento della narrativa inglese per ragazzi.
Rilanci
J. Dashner, Il labirinto. Maze Runner vol.1, Fanucci, 2014
N. Ammaniti, Io non ho paura, Einaudi, 2014
G. Orwell, 1984, Mondadori, 2016
Massive Attack, Angel (in Mezzanine), Virgin Records, 1998
Perché lo consigli
Questo libro mi è piaciuto soprattutto per la capacità dello scrittore di creare una storia ricca di suspense e di colpi di scena, immedesimandosi nel personaggio di Linus: un ragazzo costretto a dover affrontare la sfida più dura della sua vita, che potrebbe deciderne la sopravvivenza o la morte. Nel suo diario Linus annota tutto quello che accade, utilizzando la scrittura come un mezzo per non impazzire e fare riflessioni su quesiti che spesso non avranno una risposta. Tutto questo costringe il lettore a identificarsi ancora di più nella sofferenza di Linus, cercando di dare una risposta alle sue domande, rendendo così tutta la storia ancora più avvincente ed interessante e portando il lettore a riflettere sull’esistenza di una realtà malata e folle.
Davide Trainotti, 1EM, Liceo Rosmini di Rovereto