A Kalaw, una tranquilla città situata tra le montagne birmane, si trova una piccola casa del tè dall’aspetto modesto. Julia Win, giovane newyorchese appena sbarcata a Kalaw, se ne tornerebbe volentieri in America, se un compito non la trattenesse in quella piccola sala da tè: suo padre, avvocato di successo è scomparso. Un giorno, semplicemente, non è più ritornato a casa, e nei mesi successivi non ha dato alcuna notizia di sé. La polizia ha fatto le sue indagini e tratto le sue conclusioni. Ma un giorno sua madre, riordinando la soffitta, ha trovato una lettera d’amore di suo padre indirizzata a una certa Mi Mi residente a Kalaw. Ciò ha scosso profondamente Julia. Il desiderio di scoprire i segreti del padre si è fatto così irresistibile che ha deciso di partire per Kalaw. Proprio in quella modesta casa del tè Julia conoscerà un vecchio dalla camicia ingiallita e dai sandali di gomma, con una storia meravigliosa che parla di destino segnato dalle stelle, di misteri, di saggezza buddhista e di un amore sconfinato.

È nato nel 1969 ad Amburgo, ha finito la scuola ma non è mai andato all’università. Invece ha iniziato a scrivere romanzi. Inizialmente, nonostante idee brillanti e primi capitoli promettenti, non ha mai scritto più di venti pagine. Si è trasferito a Parigi per trovare l’ispirazione, ha studiato la lingua e lo stile di vita parigino. Quando è ritornato in Germania ha lavorato come giornalista, poi è diventato corrispondente americano. Cinque anni dopo si è trasferito a Hong Kong per lavorare come corrispondente in Asia. Quando ha chiesto tre anni di pausa ha cominciato a scrivere il suo primo romanzo “ L’arte di ascoltare i battiti del cuore”.

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Con questo libro Jan-Philipp Sendker ha creato un’opera incantevole, avvincente, romantica, misteriosa e commovente, che parla della Birmania, della sua bellezza, dello stile di vita e della filosofia dei suoi abitanti. Questo libro mi ha colpita perchè dimostra che una figlia può voler bene ai propri genitori a tal punto da partire per un posto con un'altra cultura, un'altra lingua, un altro modo di vestirsi solo per capire cosa sia successo a suo padre.


Linda Turato, 1CL, Liceo Rosmini di Rovereto