The End of the F***ing World
Jonathan Entwistle
GB,
2017
AMORE
FUGA
AVVENTURA
IDENTITÀ
PAURA
CRESCITA
SPERANZA
”I get these moments when I have to lie down because everything feels sort of too much and I look up and see the blue, or the grey, or the black and I feel myself melting into it. And, for like a split second, I feel free. And happy. Innocent. Like a dog, or an alien, or a baby.”
”That day I learned that silence is really loud.”
”It’s strange. A lot of time you don’t register the important moments as they happen. You only see that they were important when you look back.”
I protagonisti sono due adolescenti. Alyssa è una ragazza dai modi ruvidi che vive apaticamente la sua vita segnata dall’assenza del vero padre. Nella sua ricerca di autenticità incontra James, che si crede psicopatico ed è segnato dall’abbandono della madre suicida. Nonostante non riescano a lasciarsi andare nelle braccia l’uno dell’altra, decidono di fuggire dalle loro vite mediocri. Lui è perseguitato dal capriccio di ucciderla, ma di fatto si fa guidare da lei in un lungo percorso. L’obiettivo è raggiungere il padre di lei, figura idealizzata. Subito distruggono la macchina del padre di James: sono costretti a procedere a piedi e per espedienti. Si imbattono in un veterano maniaco, nel misterioso proprietario di una casa lussuosa, in una gestrice di una pompa di servizio: man mano che si salvano la vita reciprocamente aumenta il loro affetto sincero. Riescono a rintracciare il padre di lei, che però si rivela una grande delusione. Tuttavia la polizia continua a seguirli a distanza.
Qualcosa sull'autore
Jonathan Entwistle, regista della serie tv, è un produttore cinematografico che in passato oltre ad aver realizzato questa serie, ha prodotto molti corti film; i più noti: “Human beings”; “The good north”; “Big mouth”; “Cotton stones”; “All day breakfast” e un videoclip molto famoso: “Seafret” per la band Oceans.
James è interpretato da Alex Lawther, un attore poco più che ventenne già visto in vari film e in una puntata della serie tv “Black mirror”; anche in quest’ultimo caso rappresentava con grande credibilità il ruolo di ragazzino perseguitato dal mondo degli adulti e dalla solitudine.
Rilanci
H. Styles, Sign of the times, Columbia, 2017
Perché lo consigli
È una storia d’amore, ma non come altre. Il punto di partenza è lui che vuole uccidere lei e lei che vuole sfruttare lui. Il reciproco innamoramento arriva allo spettatore in tutta la sua forza proprio perché non è esplicitato. Si tratta di una sorta di “racconto di formazione” in cui le loro identità si costituiscono: man mano che si inteneriscono lo spettatore comprende che le rigidità iniziali erano causate da una grande paura di esprimere emozioni.
Laura Dalle Nogare, 2CL, Liceo Rosmini di Rovereto