Quando ci batteva forte il cuore
Stefano Zecchi
Mondadori,
2010
ISTRIA
DALMAZIA
SECONDO DOPOGUERRA
LIBERTA
“La parola che adesso si sentiva più di frequente era 'esodo'. Capivo che l’esodo era la nostra salvezza, ma era anche la nostra paura e la nostra sconfitta: era l’addio a tutto quello che ci era appartenuto. Non avremmo più avuto le nostre case, le scuole, il nostro mare, i giardini di Pola.”
Il secondo dopoguerra è un periodo ambiguo e ancora poco conosciuto del Novecento, durante il quale si ha un mondo che festeggia per la fine della Seconda guerra mondiale ma che allo stesso tempo chiude gli occhi davanti alle tremende atrocità che non smettono di affliggere i popoli inermi dell’Istria, Dalmazia e Fiume. Questi combatteranno a costo della vita per la loro identità e libertà che vedranno sfumare fino a perderle sia per il regime dittatoriale di Tito sia per la chiusura dell’Italia nel sostenere queste sue terre. La ricostruzione di questo periodo si accompagna a una storia intima e delicata di un bambino che, nella sua fanciullezza, vede la sua gente, la sua famiglia toccata da questi mali. È Sergio, un bambino che vive con la madre Nives, alla quale è molto legato, poiché non ha mai visto il padre Flavio fino a quando, dopo aver combattuto al fronte, torna a casa ottenendo da parte del figlio soggezione, quasi diffidenza. Intanto la situazione in Istria peggiora, molte persone cominciano a scappare in Italia, così come anche Flavio vorrebbe fare per il bene del figlio, al contrario della moglie che è decisa a rimanere per difendere la sua patria. Sergio non vorrebbe mai andarsene solo con il padre di cui non si fida, fino a quando, però, restare diventa veramente pericoloso, e perciò sarà costretto a farlo. I due, in questa avventura, impareranno a conoscersi, suggellando un dolcissimo rapporto che li aiuterà, dopo grandi prove e sofferenze, a costruire una nuova vita insieme.
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2A, Liceo Rosmini di Rovereto