L’autore
Le luci della centrale elettrica in realtà è Vasco Brondi, cantautore di Ferrara, e la centrale elettrica è un Petrolchimico, che a vederlo dal casello di Ferrara Nord quando è notte sembra di star tornando da una specie di New York della pianura padana, e invece a vederlo di giorno è solo un brutto ammasso di cemento. Vasco Brondi lavora come barista nel suo locale, il Korova Milk Bar, in uno dei vicoli della sua città, dove scrive racconti e poesie su quaderni di carta fatti a mano che poi vende ai clienti, finché a un certo punto diventano canzoni. Nel 2007 incide un ep fatto in casa, e l’anno dopo pubblica un disco che si intitola Canzoni da spiaggia deturpata, è prodotto da Giorgio Canali (ex CCCP e CSI), e non assomiglia a niente di quello che è uscito in Italia negli ultimi dieci anni.
L’album
La “spiaggia deturpata” potrebbe essere un pezzetto qualsiasi della riviera adriatica, dove accendere falò, tirar fuori una chitarra e urlare canzoni in riva al mare, di notte. Una notte senza stelle, però, con un cielo che non è sempre più blu, come cantava Rino Gaetano. E la voce di Brondi non urla, ma sembra vomitare le parole, in un canto disperato e rabbioso soffocato dalla nebbia che chi è cresciuto a Ferrara conosce bene, e dalle nubi delle periferie industriali dove le ciminiere “hanno sempre da fumare”. Nient’altro che una serie di frasi incisive tenute insieme con lo scotch, che parlano di una città che lotta contro la noia e il precariato, di sigarette, di amori modesti, di cosa vuol dire crescere in un posto dove il futuro non esiste.
Discografia
2007 – Le luci della centrale elettrica
2008 – Canzoni da spiaggia deturpata
2010 – Per ora noi la chiameremo felicità
2014 – Costellazioni
2017 – Terra
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