Nato a Praga nel 1883 in una famiglia di commercianti ebrei di lingua tedesca, ebbe un’ infanzia solitaria: la madre lavorava e Kafka fu educato severamente dalle sue bambinaie.
Studiò giurisprudenza per compiacere il padre, un uomo autoritario e rigido, l ’opposto rispetto al timido figlio, che non riuscì mai ad aprirsi con lui.
Finiti gli studi, Kafka cominciò a lavorare in una compagnia di assicurazioni contro gli infortuni, lavoro che non amava ma che gli lasciava il tempo di dedicarsi alla sua vera passione, la scrittura.
Dal 1908 viaggiò in tutta Europa insieme al fratello Otto e all’ amico e futuro curatore Max Brod, entrando in contatto con i fermenti culturali dell’ epoca: la teoria della relatività e la psicanalisi. Nel 1917 gli fu diagnosticata una tubercolosi polmonare e questo lo dispensò sia dalla chiamata alle armi che dal lavoro e lo convinse a sciogliere il suo secondo fidanzamento con Felice Bauer. La malattia si acuì presto, Kafka passò gli ultimi anni in diversi sanatori e morì a soli 41 anni.
Nei suoi romanzi e racconti ci appare la sua particolare, allucinata visione del reale; troviamo espresso il senso di angoscia e oppressione dell’ essere umano, che si ritrova a vivere situazioni paradossali, sempre minuziosamente descritte, all’ interno di una realtà che risulta permeata di un alone magico.
Bibliografia
La metamorfosi, Einaudi, 2014
Nella colonia penale, Zona, 2015
Un medico di campagna, Passigli, 2017
America o Il disperso, Feltrinelli, 2019
Il processo, Adelphi, 2020
Il castello, Mondadori, 2019