Noiosissimo professore di Oxford, con una vita regolare e senza eventi eclatanti, era fortemente avverso a tutte le invenzioni tecnologiche, che chiamava diavolerie. Si era appassionato già da giovanissimo alle lingue, in particolare a quelle antiche, dimostrando abilità incredibili sia a scuola che nei suoi passatempi: non solo conosceva il celtico, il gallese, il gotico, il finnico, ma si dilettava a inventare lingue nuove, dotate di regole grammaticali e sintattiche. Non si può dire che fosse ben visto dai suoi colleghi professori: pur insegnando all’ università più prestigiosa del mondo, infatti, non dedicava il suo tempo a saggi e pubblicazioni accademiche; finite le lezioni, si rinchiudeva a leggere e scrivere di strani mondi. Non solo, con l’ amico Lewis, autore de Le cronache di Narnia, fondò un club stranissimo, formato da uomini di una certa età che tutti i giovedì sera si ritrovavano a parlare di fantasy, genere praticamente sconosciuto e considerato da ragazzini. Con il successo de Lo Hobbit, Tolkien si aprì la strada per quello che è diventato uno dei libri più conosciuti e letti, nonostante la mole: Il Signore degli anelli.
Bibliografia
Lo Hobbit, Bompiani, 2012
Il signore degli anelli, Bompiani, 2020
Le avventure di Tom Bombadil, Bompiani, 2019
Il Silmarillon, Bompiani, 2013
Il cacciatore di draghi, Bompiani, 2019