Un messaggio da Kevin Brooks
Ciao a tutte e tutti i ragazzi e le ragazze di Xanadu,
innanzitutto vi ringrazio per l'amore e il calore che avete dimostrato ai miei libri, ve ne sono molto grato.
Inoltre lo staff di Xanadu mi ha chiesto di suggerirvi un libro, un film e un disco che sono stati significativi per me da adolescente.
Libro.
Era un libro intitolato Cuchilo di JT Edson. È una storia western su un ragazzo nato da madre
Comanche e padre irlandese/americano. Racconta di come sia cresciuto con una banda ci
Comanche, diventando poi un guerriero, prima di ricongiungersi al padre nel “mondo civilizzato”.
Davvero non saprei dire perché è così importante per me, questo libro, ma l’ho letto e riletto e
riletto ancora, e mi è sempre rimasto dentro. E non mi vergogno di ammettere che ho “preso in
prestito” alcuni elementi di Cuchilo e li ho inseriti nella mia scrittura.
Disco.
Oh, ce ne sarebbero così tanti che è impossibile sceglierne solo uno. Ma il primo che mi viene in
mente è Get It On dei T. Rex, che uscì quando avevo tredici anni. Credo che siano state le prime
canzoni a colpirmi fisicamente – quella sensazione indescrivibile che provi nella pancia quando senti
una canzone o un brano musicale speciali. L’ho amato, e mi ha fatto venire voglia di suonare
(scrivere) musica in prima persona – cosa che poi ho fatto!
Film.
Non ricordo di essere andato al cinema da bambino, tipo con la mia famiglia, e all’epoca c’erano
davvero pochi film in TV. Per quanto mi ricordo, il primo film che ricordo di aver visto che ha davvero
significato qualcosa per è stato Il texano dagli occhi di ghiaccio – già, un altro western! – con Clint
Eastwood. È una storia in realtà abbastanza semplice, con tematiche semplici – un viaggio, una
missione, un eroe imperfetto… la domanda su cosa sia giusto e cosa sbagliato – ah di nuovo non
saprei dire perché è stato così importante per me. Ma come per tutte le opere d’arte – letteratura,
musica, arte visuale – non credo che dobbiamo sapere consapevolmente perché qualcosa ci piace, o
cosa significa per noi. Perché è più una questione di sentimento, e molto di quello che proviamo non
è (e non deve esserlo) comprensibile.