Piccolo Albero ha 5 anni quando perde anche la madre, il padre era morto l'anno precedente.
Al funerale c'è il nonno che gli posa una mano sulla testa, lo guarda con gravità negli occhi e Piccolo Albero sente che lo deve seguire.
I nonni sono Cherokee e vivono in una capanna di legno nei boschi, in compagnia di una muta di cani e del signor Shakespeare che la nonna legge tutte le sere davanti al camino a lui e al nonno.
Piccolo Albero viene educato alla Via, cioè alle regole di vita Cherokee che si sostanziano nel rispetto dell'ecosistema che li circonda: la foresta, il fiume, le montagne e gli animali. Il nonno gli insegna che la foresta è generosa se l'uomo prende solo quello che gli serve per sopravvivere. Piccolo Albero impara a riconoscere le impronte degli animali, le bacche commestibili, le erbe per medicare, il nonno gli insegna a cacciare, a pescare, a coltivare l'orto a piantare il mais, con il quale il distillano il Whisky. La nonna invece si occupa della cultura in senso stretto, leggendogli i classici e costringendolo ad imparare cinque parole nuove dal dizionario ogni settimana.
Piccolo Albero è felice, i nonni gli vogliono bene, impara ogni giorno cose nuove, addirittura scova un nascondiglio vicino al fiume che diventa il suo luogo segreto, finché un giorno i servizi sociali si fanno vivi e sostengono che non può più stare con i nonni, perché non hanno le carte in regola e sono dei selvaggi. Il suo destino è finire in un orfanotrofio. Cosa possono fare i nonni? Ribellarsi alle regole? Fuggire? Il destino di Piccolo Albero però non è l'orfanotrofio, è scritto nel suo nome e il bambino lo scoprirà presto.
Questo libro mi è piaciuto parecchio, è stata una lettura semplice ma nello stesso tempo mi ha preso molto.
Parla delle varie culture tradizionali dei nativi americani e queste secondo me raffigurano le tradizioni di ogni popolo, che spesso vengono dimenticate.
E' bello andare a riscoprire la propria cultura andandone a conoscere anche di nuove.
Inoltre questo libro racconta che l'uomo è diviso in due parti: una che si lega al mondo in cui vive e quindi legato a determinate situazioni che spesso influiscono sulla propria vita, mentre la seconda è quella legata al passato di cui bisognerebbe tenerne conto più spesso.
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La vita in un albero
La frase che ti è piaciuta di più
Un paesaggio vasto, incantato, risonante: i monti Appalachi, i torrenti, gli alberi, gli animali. Un nonno, metà scozzese e metà indiano che conosce i segreti curativi delle piante e legge Shakespeare a tutta la famiglia.
Questa frase mi fa capire che spesso le tradizioni sono raccontate da un anziano per la maggiore esperienza e questo può condividere con i più giovani le sue conoscenze.
La musica che metteresti come colonna sonora
non saprei sceglierne una perché ci sono situazioni diverse
Cosa pensi della copertina? Vuoi mandare un messaggio all’editore che l’ha scelta?
La copertina mi piace e secondo me attira il lettore, accentuerei di più le figure che si possono intravedere perché potrebbero essere di maggiore risalto.
Inventa una riga come “fascetta pubblicitaria” del libro
La vita è come un albero, divisa in tanti rami..
“Piccolo albero” di Forrest Carter è un libro, a parer mio, pesante e noioso.
Un romanzo altamente descrittivo che narra gli insegnamenti del nonno, a piccolo albero, sulla natura e sulla vita.
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“Una vita difficile”
La frase che ti è piaciuta di più
La frase che mi è piaciuta di più: “il nonno disse che ben gli stava, e che forse questa volta avrebbe imparato che non si può imbrogliare senza cacciarsi in inutili guai.”
La musica che metteresti come colonna sonora
“Una vita spericolata” Vasco Rossi.
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La copertina è l’aspetto principale per cui ho scelto questo romanzo.
È innovativa e diversa.
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“Ci ricorda tutta la bellezza nascosta nelle cose semplici.”
“Piccolo Albero” di Forrest Carter, è il mio consiglio di lettura di oggi. È un libro che piacerà, senza alcuna esitazione, a chi ama le storie sui nativi americani e la loro cultura legata alla natura, alle tradizioni spirituali e quelle atmosfere un po’ sciamaniche di cui sono sempre ammantate. Avremo la certezza, leggendo questo esile libro, che in ognuno di noi esistono due dimensioni. Quella del corpo e quella della mente, arriveremo finalmente alla conclusione, ovvero che esistano due menti una del corpo, e una dello spirito. Ogni personaggio di questo libro regala pillole del modo di interpretare il vivere umano, tipiche della preziosa cultura degli indiani d’America andata in gran parte perduta, purtroppo. Un patrimonio immenso in termini di rispetto per la Vita ed empatia con l’ambiente e la Natura da cui proveniamo e che è, anche, la nostra sostanza. La trama del racconto è abbastanza semplice, pur riservando un colpo di scena nel finale, ma ciò che rende preziosa la narrazione è il compendio di profondità umana che vi si trova entrando nelle vite di questi personaggi che vivono negli anni ’30 sui monti Appalachi, tra boschi, torrenti, e scenari naturali suggestivi.
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La vita in un albero
La frase che ti è piaciuta di più
Un paesaggio vasto, incantato, risonante: i monti Appalachi, i torrenti, gli alberi, gli animali. Un nonno, metà scozzese e metà indiano che conosce i segreti curativi delle piante e legge Shakespeare a tutta la famiglia. John Salice, il vecchio che non sa smettere di soffrire per la perdita della sua terra. Il signor Wine, il venditore ambulante che insegna matematica e spiega come funziona la legge. Grazie a loro “Piccolo Albero” crescerà, senza mai smettere di guardare il mondo con ammirazione e con sorpresa. Imparerà ad avere fiducia nelle persone e a non fidarsi ciecamente delle autorità. Grazie alla natura, agli alberi, agli animali apprenderà a vivere in armonia con ciò che lo circonda; con la voce che scaturisce al profondo della terra.
La musica che metteresti come colonna sonora
non saprei sceglierne una perché ci sono situazioni diverse
Cosa pensi della copertina? Vuoi mandare un messaggio all’editore che l’ha scelta?
Invoca già il lettore a prenderlo in mano e cominciare a leggerlo.
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La vita è come un albero, divisa in tanti rami..
Anche se devo dire che l'inizio del romanzo non mi è piaciuto troppo e, anche se probabilmente l'intento dell'autore con un inizio in medias res era quello di rendere più coinvolgente la lettura, il risultato finale è stato solamente quello di rendere più pesante e lenta la lettura delle prime pagine del libro data la mancanza di informazioni che solitamente ti creano un background per goderti appieno un libro.
A parte questa pecca il libro, soprattutto nelle parti più avanzate della trama si leggeva volentieri, molto consigliato
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Una vita cambiata
La frase che ti è piaciuta di più
se non conosci il passato non avrai un futuro. Se non sai dove è stata la tua gente, non saprai neppure dove la tua gente sta andando
La musica che metteresti come colonna sonora
Wild Child - Enya
Cosa pensi della copertina? Vuoi mandare un messaggio all’editore che l’ha scelta?
Trovo la copertina abbastanza simile a molte delle immagini che ho avuto per la mente mentre ho letto questo libro
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La vita di un bambino può essere stravolta dalla natura, scopri come
Se ti va scrivi un messaggio all'autore. Chissà, magari riusciamo a mandarglielo
Caro signor Carter,
devo dire che il suo libro mi ha colpito perché ha riflettuto su temi che non avevo mai trovato in nessun altro libro ma soprattutto mi ha colpito il modo in cui hai mandato questo messaggio.
Ho apprezzato la trama del libro, in particolar modo le scene in cui Piccolo Albero, camminando fra i boschi assieme a suo nonno, apprende lezioni di vita, imparando i fenomeni degli animali e della natura che lo circonda. Infatti le descrizioni dei paesaggi aiutano ad immergersi nel racconto e a comprenderne meglio i vari sviluppi. Tuttavia in alcuni momenti la narrazione appare incompleta, in quanto mancano alcuni elementi che le darebbero un senso compiuto, per esempio il finale della storia non molto chiaro; però essendo intuibili mediante un ragionamento, non sono valutati come rilevanti.
Inventa un nuovo titolo
Ho scelto “Un bambino fra i boschi” come titolo alternativo, perché lo ritengo adeguato, in quanto esprima in modo riassuntivo le vicende avventurose del ragazzo narrate nella storia, anche se comunque il titolo originario è stato scelto bene, in quando menzioni il protagonista in modo esplicito.
La frase che ti è piaciuta di più
“Nonno conosceva il modo di pensare del procione, sapeva per dove girava il tacchino e gli bastava un’occhiata per seguire un’ape dall’acqua all’alveare. Faceva in modo che il daino venisse da lui ed era capace di passare in mezzo ad uno stormo di quaglie senza importunarle. Nonno viveva con la selvaggina, non della selvaggina.”
La musica che metteresti come colonna sonora
Userei come colonna sonora musiche calme, ma che esprimono un senso di movimento, per accentuare le spedizioni che compie Piccolo Albero nei tragitti da casa in paese e viceversa.
Cosa pensi della copertina? Vuoi mandare un messaggio all’editore che l’ha scelta?
La copertina del libro rispecchia perfettamente l’ambientazione narrata nel libro, per il fatto che sono raffigurati i Monti Appalachi, frequentati spesso dal protagonista, e anche alcuni degli animali che incontrerà durante le sue lunghe camminate.
Inventa una riga come “fascetta pubblicitaria” del libro
Un libro sempre più avvincente ed istruttivo ad ogni pagina che viene sfogliata.
Se ti va scrivi un messaggio all'autore. Chissà, magari riusciamo a mandarglielo
L’autore ha saputo raccontare perfettamente l’argomento principale trattato, ovvero il tema della condizione di vita degli indiani d’America, confrontata anche con quella degli coloni, nel ‘900. Dalle righe dei vari capitoli si può infatti comprendere che i nativi in quel periodo vivevano ancora per mezzo dei sostentamenti originari ad ancor prima dell’arrivo degli stranieri nelle loro terre e anche per questo venivano guardati con ostilità dai abitanti dei paesi vicini, causando certe volte anche situazioni di scontro fra entrambe le popolazioni.
natura, armonia e famiglia; questi sono gli elementi principali di questa bellissima storia, che vede come protagonista un bambino che vuole conoscere il mondo
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Il Cherokee
La frase che ti è piaciuta di più
"La vita, piccolo albero, è come la madre terra; nasce, cresce, arriva all'apice della sua bellezza e poi sfiorisce, com'è nella natura delle cose. Ma per noi cherokee è diverso: noi viviamo in qualsiasi cosa in cui ci sia ancora vita, anche una semplice formica, perché il nostro spirito apparterrà sempre alla madre terra."
La musica che metteresti come colonna sonora
Yakety Yak (Coasters)
Cosa pensi della copertina? Vuoi mandare un messaggio all’editore che l’ha scelta?
mi piacciono molto i colori scelti
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una storia che ha per protagonista un bambino, ma che dovrebbero leggersi tutti gli adulti
Se ti va scrivi un messaggio all'autore. Chissà, magari riusciamo a mandarglielo
Salve, mi è piaciuto il suo modo di scrivere, pieno di particolari e osservazioni e talvolta con un pizzico di umorismo. Inoltre non conoscevo il mondo dei Cherokee e mi è piaciuto molto immedesimarmici.
“Piccolo albero” è un romanzo incentrato su tematiche a me particolarmente congeniali, ho apprezzato infatti l'importanza che gioca il ruolo della natura in questo libro, così come il coinvolgimento di etnie come quelle degli indiani cherokee. Ovviamente però qualche aspetto non mi è piaciuto: i due principali sono la copertina e l'inizio in medias res della storia.
Partirei a parlare dell'ultimo che ho citato: sebbene sia vero che l'inizio in medias res aiuta a rendere maggiormente curioso il Lettore, in questo caso, precipitandomi in modo così violento nella bel mezzo dei fatti, non mi ha aiutato ad immedesimarmi nel giovane ragazzo indiano, perché inizialmente mi mancavano alcuni avvenimenti della storia, come ad esempio tutto ciò che riguarda la morte del padre.
Il secondo aspetto negativo che desidererei approfondire è la copertina del libro: in effetti ciò che viene rappresentato sono una volpe, un'aquila, due persone e un paesaggio incontaminato. Tutte cose che si rifanno alla trama del libro, però personalmente trovo che prevalgano troppo la natura e il colore verde in questa copertina; avrei infatti preferito una presenza più marcata del colore rosso e di qualcosa che evidenziasse non solo il ruolo e l'importanza della natura, bensì il rapporto di dialogo che vi è tra piccolo albero e la natura stessa.
Detto ciò, traggo le mie conclusioni: penso che a livello di contenuti, sia per ciò che dice, sia per come lo dice, il libro sia un vero e proprio capolavoro, ma secondo la mia personale opinione, si può migliorare per ciò che riguarda l'inizio del libro e l'aspetto esteriore, infatti spesso ci viene detto che non bisogna giudicare un libro dalla copertina, ma non che anch'essa non possa contenere informazioni importanti.
Inventa un nuovo titolo
Un altro titolo che secondo me rispecchia i concetti chiave del libro è “Una vita da liberi”.
La frase che ti è piaciuta di più
“Nonno e nonna volevano che conoscessi il passato perché "se non conosci il passato non avrai un futuro. Se non sai dove è stata la tua gente, non saprai neppure dove la tua gente sta andando". E così mi raccontarono tantissime cose.” Questa è una frase che spiega molto chiaramente e concretamente uno dei basamenti fondamentali della vita, ci fa capire che la vita è come una casa: se le fondamenta sono robuste la casa resiste, se marciscono, la casa crolla, allo stesso modo funziona la vita.
La musica che metteresti come colonna sonora
Una canzone che userei come sottofondo è “Forza e coraggio” di Alessandra Amoroso, perché racchiude, anche nel titolo, una qualità che, come ci ricorda questo libro, bisogna sviluppare nella vita.
Cosa pensi della copertina? Vuoi mandare un messaggio all’editore che l’ha scelta?
Personalmente la copertina non mi piace per i due seguenti motivi: i colori usati non mi fanno pensare al tema della natura e della libertà e perché io non avrei disegnato un paesaggio come figura principale, ma avrei puntato a evidenziare il giovane indiano con suo nonno.
Inventa una riga come “fascetta pubblicitaria” del libro
La natura è una strada buia e tenebrosa, il cuore una stella splendente.
Se ti va scrivi un messaggio all'autore. Chissà, magari riusciamo a mandarglielo
Salve Mr. Carter, il suo libro “piccolo albero” mi ha aperto gli occhi, spingendomi a riflettere su temi che avevo in parte abbandonato, tale aspetto mi intriga molto, tuttavia devo dire che non ho apprezzato la copertina e l’inizio “in medias res”.
Cordiali saluti
Alessandro
Pur non essendo il mio genere, ho apprezzato molto questa storia: la narrazione di una cultura ormai perduta e affascinante, quale era quella degli Indiani d'America, mi ha davvero colpita. Questo racconto offre numerosi spunti per riflettere sui valori che dovremmo seguire e su che via vogliamo percorrere. Persino azioni comuni, quali darsi la mano quando si conosce qualcuno, visti dall'esterno, acquistano una forma completamente nuova.
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"La Via dei monti"
La frase che ti è piaciuta di più
"...Diranno che una bandiera sta a comprovare il loro diritto di farlo, e moriranno uomini a causa delle parole e della bandiera, ma non cambieranno le regole della Via."
La musica che metteresti come colonna sonora
Come colonna sonora metterei una musica lenta e dolce, che calma la mente, in modo da permettere al lettore di immergersi ancor più nel racconto.
Cosa pensi della copertina? Vuoi mandare un messaggio all’editore che l’ha scelta?
Credo che la copertina sia ben fatta: rende bene l'idea del paesaggio, in cui ci si trova immersi durante la storia; i disegni in rosso e giallo ci fanno già comprendere alcune caratteristiche importanti.
Inventa una riga come “fascetta pubblicitaria” del libro
Cosa succede quando due culture diverse, persino nell'epoca di provenienza, si scontrano?
La storia parla di un ragazzo orfano che viene affidato ai nonni. Questi ultimi fanno parte della civiltà Cherokee, un popolo che viveva in Tennessee, cacciato dai bianchi, e ora costretto a vivere in mezzo alla natura. Il ragazzo cresce felice e impara molto dai nonni. E' spensierato e allegro, fin quando non dovrà incontrare la civiltà dei bianchi...
"Piccolo albero" mi è piaciuto molto perché offre numerose descrizioni dell'ambiente, che coinvolgono tutti e cinque i sensi, facendo sentire il lettore dentro al libro. Inoltre, ho trovato questo romanzo interessante anche perché non mi sono mai annoiato: la storia è ricca di colpi di scena, nuove scoperte del ragazzo, e riflessioni interessanti.
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"I segreti della natura" oppure "La cultura Cherokee contrapposta a quella dei bianchi".
La frase che ti è piaciuta di più
"Se non conosci il passato non avrai un futuro. Se non sai dove è stata la tua gente, non saprai neppure dove la tua gente sta andando".
La musica che metteresti come colonna sonora
Come colonna sonora in alcuni punti metterei una musica rilassante e serena, mentre in altri metterei una musica più frenetica.
Cosa pensi della copertina? Vuoi mandare un messaggio all’editore che l’ha scelta?
La copertina mi piace, perché l'autore ha inserito tutti gli elementi principali su cui si basa la storia: animali, la natura, le montagne...
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"Un giovane ragazzo orfano si immerge alla scoperta della cultura Cherokee: tuffati con lui!"
Il protagonista di questo racconto, che offre molteplici spunti di riflessione, si chiama Piccolo Albero e viene affidato ai nonni quando all'età di cinque anni resta orfano dei propri genitori. La nonna, esperta dei segreti curativi delle piante e accanita lettrice di Shakespeare, è una Cherokee, mentre il nonno, maestro di saggezza e capace di trasmettere con passione la memoria degli antenati, è mezzo Cherokee. Il popolo dei Cherokee abitava felicemente nelle terre del Tennessee, quando fu cacciato dalla propria terra per mano dei Bianchi e fu ridotto a vivere secondo leggi e costumi non suoi, privato di quella libertà di cui dovrebbe godere ogni essere vivente. Il protagonista, grazie alla vita con i nonni, ricca di fondamentali insegnamenti, imparerà a vivere secondo la saggezza della cultura Cherokee con onestà e innocenza, adattandosi perfettamente ai ritmi naturali del mondo che lo circonda. Ma questa armonia sarà compromessa quando Piccolo Albero dovrà scontrarsi con gli usi e i costumi della nuova società imposta dai Bianchi. A mio parere è inaccettabile che una civiltà, nell’integrarsi con un’altra, non possa mantenere la propria identità, ma debba esserne assimilata fino ad assoggettarsi completamente ad essa. Purtroppo, nel corso della storia, è accaduto spesso che una cultura dominante si sia imposta con la forza, esercitando una supremazia sulle altre.
Le descrizioni così meticolose dell’ambientazione della trama mi sono piaciute molto, perché sono riuscite a condurmi in quei paesaggi meravigliosi, come se mi trovassi sul posto, al fianco di Piccolo Albero e lo stessi accompagnando nel suo tragitto alla scoperta di tutti i segreti di una natura incontaminata.
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Un titolo alternativo che darei al libro è il seguente: “L’armonia fra gli uomini specchio dell’armonia della natura”. Il mio titolo allude all’unità armoniosa fra gli uomini e tutti “i figli della madre terra”. Intende evocare la sintonia che dovrebbe regnare fra il mondo dell’uomo e quello della natura, due mondi che sono reciprocamente connessi nella ricerca della sopravvivenza e dello sviluppo evolutivo. Proprio questo rapporto di empatia, di cui la cultura Cherokee è testimone e depositaria, dovrebbe sviluppare l’uomo nei confronti del mondo animale e vegetale, appellandosi al principio della condivisione degli spazi e delle risorse del pianeta, con gli altri esseri della natura, e della loro equa distribuzione anche fra gli altri uomini, appartenenti a culture differenti.
La frase che ti è piaciuta di più
Numerose sono le frasi del racconto che mi hanno affascinato, ma quella che mi ha colpito particolarmente è la seguente: “La mente dello spirito è come un qualsiasi muscolo. Se te ne servi diventa più grande e più forte, e l’unica maniera per ottenere questo risultato è di servirsene per comprendere, ma è impossibile spalancarle la porta finché non la smetti di essere avido e meschino con la tua mente del corpo. Allora la comprensione comincia a prendere piede, e più ti sforzi di comprendere più grande diventa.”
Questa frase compare a pagina 69 del racconto, in un momento di confidenze che si scambiano Piccolo Albero e la nonna. Il bambino svela alla nonna di aver trovato un posto segreto nel quale andare a rifugiarsi, la nonna rivela al nipote l’esistenza delle due menti che ogni essere umano possiede: la mente del corpo che ci consente di soddisfare i nostri bisogni fisici e materiali e che muore con il corpo; la mente dello spirito che sopravvive alla morte del corpo e ci consente di cogliere la bellezza immateriale che si cela dietro ogni cosa.
L’affermazione della nonna mette in risalto un concetto molto importante della cultura Cherokee, secondo cui è opportuno allenare la mente dello spirito esattamente come si fa con un muscolo del corpo, per renderla sempre più forte e robusta, in modo che essa possa avere il sopravvento su quella corporea, meschina e vana, e possa perdurare quando il corpo scomparirà. Il modo migliore per allenare la mente dello spirito è smettere di bramare le cose materiali e comprendere ciò che ci sta intorno. Se si asseconda troppo le esigenze istintive del proprio corpo, non si comprende né si sviluppa bene le proprietà mentali che ognuno possiede. La fiducia nella forza della mente è propria delle culture che considerano il potere spirituale della mente superiore a quello fisico del corpo. Oggi gli sviluppi della medicina hanno dimostrato la grande influenza che la mente può esercitare sul corpo provocando malattie psicosomatiche, e hanno evidenziato che una predisposizione mentale positiva, supportata dalla volontà e dalla forza d’animo, possono essere determinanti per vincere malattie letali che hanno compromesso il sistema immunitario. E’ indubbio che la spiritualità influenzi la nostra mente e la nostra salute fisica ed emozionale.
Ma non si può considerare la netta superiorità dello spirito su quella del corpo. I latini affermavano che dovesse esserci un equilibrio tra il corpo e la mente: la locuzione “mens sana in corpore sano” è diventata nel tempo un motto d’insegnamento, in virtù del quale l’attività sportiva è stata considerata propedeutica all’equilibrio psicofisico, perché in grado di migliorare le capacità dell’attenzione e della memoria. L'idea che corpo e anima potessero crescere e svilupparsi soltanto insieme era presente già nel modello di scuola e di educazione proposto da Aristotele nella sua opera Politica. Ma bisogna stare attenti che non prevalga la cura del corpo su quella della mente: oggi accade spesso che l’attività fisica esagerata comporti la ricerca di beni materiali come la fama. Invece, le più alte espressioni di umanità, quali la cortesia, la giustizia e l’amore, sono da attribuire all'azione e allo sviluppo della mente spirituale.
In realtà noi siamo uno spirito che ha anche un corpo. Non si può prescindere dalle esigenze fisiologiche del corpo per non entrare in conflitto con esso, ma bisogna che la mente dello spirito tenga a bada soprattutto gli istinti più aggressivi che possono compromettere una pacifica relazione fra individui. Quindi bisogna mantenere un equilibrio fra le due menti per raggiungere l’armonia necessaria ad una vita in salute. Solo l’armonia fra la dimensione spirituale e quella materiale dell’uomo può portare allo sviluppo di una civiltà prospera proprio perché basata sull’equilibrio.
La musica che metteresti come colonna sonora
Poiché le descrizioni della natura di Carter restituiscono un’immagine molto idilliaca dei paesaggi, il Primo Arabesque di Claude Debussy è molto adatto, per il suo stile leggiadro e lirico, ad esprimere la poesia di questi luoghi naturali.
Cosa pensi della copertina? Vuoi mandare un messaggio all’editore che l’ha scelta?
La copertina attuale, con le sue raffigurazioni colorate della natura, è molto semplice ed essenziale, così come è essenziale il pensiero che si evince dagli amorevoli consigli dei nonni di Piccolo Albero. Si tratta di ritratti della natura che rimandano alla cultura Cherokee. Ma io ravvedo in questo racconto un pensiero ancora più profondo che può essere rappresentato dall’immagine simbolica del monocordo. L’immagine del ‘monocordo’, con una sola corda che vibra, che unisce il mondo degli umani al mondo della natura, ben rappresenterebbe la reciprocità funzionale che esiste fra questi due mondi. Alla stregua di quanto accade nell’ecosistema della natura, nel quale “gli organismi viventi stabiliscono con quelli non viventi uno scambio di materiali e di energia”, l’uomo dovrebbe instaurare con gli altri suoi simili lo stesso reciproco sostegno, basato però sul rispetto delle tradizioni culturali dell’altro. Nascerebbe allora una sorta di ecosistema sociale ad imitazione dell’ecosistema naturale. Il ‘monocordo’ che immagino è il simbolo più appropriato a rappresentare quell’unità funzionale, che si creerebbe non solo fra l’uomo e la natura, ma anche fra l’uomo e gli altri uomini, di cui la cultura Cherokee è portavoce in questo libro.
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“Questo libro è adatto a persone di tutte le età. Dalla sua lettura ognuno può riuscire a riconciliarsi con la madre terra, a scoprire in essa le proprie radici più remote, a trovare una nuova linfa vitale che gli consenta di affrontare con vigore e serenità d’animo la caotica e stressante vita metropolitana.”
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Purtroppo il mio autore è morto, ma se fosse ancora in vita gli farei la seguente domanda: “E’ vera la notizia riportata nella sua biografia, secondo cui lei avrebbe militato in movimenti razzisti negli anni precedenti alla composizione di questo libro? Se è vera, può rivelarmi cosa l’ha spinta a scrivere questo libro che in realtà risuona come un Inno alla cultura Cherokee degli Indiani del Nord America e che esalta le tradizioni di questa popolazione straniera, invece osteggiata dagli Americani?” Gli direi anche che secondo me, lui, pur provenendo da una cultura totalmente diversa, ha voluto con questo libro riconoscere ai Cherokee il merito di affermare profonde verità comuni a tutti i popoli. Verità che, essendo condivisibili, possono promuovere una pacifica convivenza tra uomini appartenenti a costumi, religioni e culture diverse. Primo fra tutte, il rispetto per la natura e per il creato, che trapela dagli insegnamenti dei protagonisti del libro: principio fondamentale che dovrebbe diventare oggi il motore di un’economia sostenibile, rispettosa degli equilibri della natura e promotrice di un armonia fra tutti gli esseri viventi.
Consiglio vivamente questo libro a tutti, poiché nonostante abbia una trama scorrevole e relativamente leggera rivela una storia profonda ed emozionante.
Piccolo Albero è il protagonista, nonché titolo del libro, ed è un bambino rimasto orfano in seguito alla morte della madre; è un bimbo notevolmente intelligente e allo stesso tempo buono e amabile. Il piccolo viene accolto dai nonni, due indiani Cherokee, a vivere sui monti Appalachi. Il protagonista conduce una vita intrisa di profondi insegnamenti ed un intenso contatto con la natura incontaminata.
Mi sento di indicarvi “piccolo Albero” per tre motivi principali: innanzitutto il libro è abbastanza semplice, il che è già di per sé un punto di forza poiché non crea nessun tipo di pesantezza facendo diventare il momento della lettura uno di rilassamento. A partire dall’intenso e profondo rispetto per la natura, fino ad esempio all’amore sincero per il prossimo, le regole di vita Cherokee con cui viene cresciuto il protagonista fanno arrivare fino a noi numerosi insegnamenti e considerazioni profonde, che mi hanno fatto riflettere molto. Da qui mi collego al terzo motivo: la storia ci fa aprire gli occhi sotto svariate prospettive, e ci fa cogliere in modo pregnante tutti i piccoli dettagli e sfumature della nostra vita quotidiana.
E’ vero però che come in ogni cosa ci sono anche dei lati negativi: la prima parte del libro l’ho trovata abbastanza lenta come ritmo di narrazione, poiché le descrizioni del paesaggio sono molto più numerose rispetto agli effettivi avvenimenti. Diversamente da come mi aspettavo però, verso la fine le vicende e i passi salienti della storia aumentano notevolmente, ma purtroppo li ho trovati raccontati in maniera un po’ troppo sbrigativa rispetto alle mie aspettative: avrei preferito che fossero descritti con più attenzione e con ulteriori dettagli.
Riflettendo ho però trovato una possibile ragione della compattezza dell’ultima parte del libro rispetto alla prima parte, molto dettagliata e, potrei dire, gioiosa: noi vediamo la storia dal punto di vista di un bambino, e penso che i ritmi del racconto siano stati ingegnosamente impostati secondo la crescita del protagonista. Mentre quindi all’inizio del libro Piccolo Albero ha cinque anni e vive la vita in modo spensierato e vivace, nell’ultima parte è costretto a crescere velocemente e perciò ad abbandonare una parte della sua leggerezza e tranquillità, caratteristica dei bimbi.
Detto questo, penso che in conclusione si possa dire che “Piccolo Albero” è un libro che ci invita a cogliere tutti gli aspetti della nostra esistenza in modo poetico e appassionato, amando la vita sotto tutti i suoi punti di vista.
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Il titolo che darei al libro è “Cogli l’attimo”, poichè nonostante il mio pensiero sia andato subito sul soggetto della natura, un elemento costante nella storia, penso che sia ancora più importante la passione che Piccolo Albero e i suoi coetanei hanno nel cogliere tutti gli aspetti e i momenti della vita, per quanto insignificanti siano; penso che tra le cose più importanti che la vita da Cherokee insegni vi sia proprio questo: considerare la vita come qualcosa di molto prezioso.
La frase che ti è piaciuta di più
La frase che mi ha colpito di più è “Quando ascolti qualcuno che si serve di parole contro qualcun altro, non prestar fede alle sue parole, perché non hanno nessun senso. Cogline invece il tono, e così saprai che quel tale è un miserabile mentitore”. Ho scelto questa frase perché mi ritrovo molto in quello che viene detto; ho sempre prestato moltissima attenzione al tono di voce delle persone, che a volte mi dice più di quanto le parole possano fare.
La musica che metteresti come colonna sonora
La musica che metterei è “Leo Rojas - Der einsame Hirte”. Secondo me è perfetta per questo libro, poiché mi trasmette svariate sensazioni ed emozioni che ho provato leggendo “Piccolo Albero”. Ci sono rumori e versi di animali, il che mi ricorda molto l’ambientazione del libro, e lo strumento usato, il flauto di pan, è assolutamente azzeccato poiché mi ricorda la voce del vento e mi fa entrare in contatto con l’ambiente e il paesaggio descritto.
Cosa pensi della copertina? Vuoi mandare un messaggio all’editore che l’ha scelta?
Trovo che la copertina sia stata accuratamente scelta e non trovo lati negativi: il tema della storia è rappresentata perfettamente da numerosi elementi, tra cui ad esempio gli animali, la natura, i fiumi e le montagne. I colori sono caldi e un po’ sbiaditi, e li trovo impeccabili.
Inventa una riga come “fascetta pubblicitaria” del libro
“La semplicità di un bambino, la spontaneità di una famiglia indiana e la natura: un libro che vi stupirà”
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Purtroppo l’autore del romanzo è deceduto nel 1979, ma se fosse ancora in vita gli scriverei:
“Gentile Signor Carter,
Ho letto il suo libro “Piccolo Albero” e, nonostante non sia il mio genere preferito, mi ha colpito come pochi libri hanno fatto. Ho imparato e riflettuto molto sulle parole dei Cherokee, poiché nello specifico mi sono resa conto che non sempre apprezzo la vita per quello che è, ma mi aspetto sempre qualcosa in più. Invece da questa storia ho capito quanto sia importante godermi il momento, l’attimo, la vita. Mi sono accorta anche dell’importanza del dono meraviglioso che è la natura, che dovremmo tutti imparare a rispettare di più, e per questo so che la prossima volta che andrò a fare una passeggiata aprirò gli occhi e assaporerò meglio il paesaggio, ammirandolo in tutti i suoi piccoli dettagli. E’ stata una lettura speciale, la ringrazio ancora.”
Il libro è un romanzo intenso, emozionante che ti insegna anche l'importanza del rispetto della natura, i valori fondamentali come l'amore e l'amicizia. Posso dire che è un libro che fa riflettere, pensare e nello stesso tempo apprezzare la natura, fa sperare che i valori più importanti della vita ti aiutano a superare le difficoltà della vita.
Ho conosciuto ed apprezzato la grande saggezza e spiritualità degli Indiani d'America così come il loro grande amore e rispetto per la natura.
E' una storia avvincente, è un invito a vivere a contatto con la natura ed un inno allo spirito.
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Il richiamo della natura
La frase che ti è piaciuta di più
"La mente dello spirito è come un qualsiasi muscolo. Se te ne servi diventa più grande e più forte e l'unica maniera per ottenere questo risultato è di servirsene affinché non la smetti di essere avido e meschino con la tua mente del corpo. Allora la comprensione comincia a prendere piede, e più di sforzi di comprendere più grande diventa."
La musica che metteresti come colonna sonora
"Spirit Bird" di Xavier Rudd
Cosa pensi della copertina? Vuoi mandare un messaggio all’editore che l’ha scelta?
La copertina è molto bella ed è adeguata alla storia del libro: i colori caldi e sfumati fanno apprezzare la poesia e la natura.
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L'avventura della vita, la poesia della natura
Se ti va scrivi un messaggio all'autore. Chissà, magari riusciamo a mandarglielo
Come mai hai deciso di scrivere questo romanzo? Sei stato ispirato da una storia vera?
Ti ringrazio perché il tuo romanzo mi ha aiutato a cambiare il modo di pensare su alcuni temi come l'amore ed il rispetto della natura.
Questo libro mi è piaciuto molto: non è il genere di libri che preferisco, però soprattutto in certi punti è stato molto interessante. La prima parte del libro, dal punto di vista del ritmo della narrazione, l'ho trovata piuttosto lenta, incentrata principalmente sulla descrizione della bellezza di vivere in mezzo ai monti e i dettagli dei paesaggi, e di tanto in tanto intercalata da un piccolo avvenimento. Non mi è piaciuto molto il fatto che i passi salienti della storia siano narrati in modo molto compatto e sbrigativo negli ultimi capitoli. Nonostante tutto, questo è un libro che fa riflettere molto su molti aspetti della vita, dei rapporti con altre persone e con la natura. Secondo me, questa scelta di tenere più dilatata e gioiosa la prima parte del libro e narrare in fretta molti fatti alla fine è legata alla vita del piccolo protagonista: un bambino di 5 anni che va a vivere con i propri nonni e si sente grande ad imitare il nonno, ma è poi costretto a crescere velocemente e 'rinunciare' alla spensieratezza dell'infanzia. E' molto suggestiva la narrazione in prima persona, evidenziata ancora di più dall'ingenuità dei bambini. Infine, mi hanno colpito molto tutte quelle finezze descrittive che portano a una più o meno consapevole e voluta riflessione.
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Piccolo Albero, ma grandi valori
La frase che ti è piaciuta di più
Ci sono moltissime frasi che mi sono piaciute, però quelle che mi hanno colpito di più sono:
"Mi sentivo malissimo, vuoto. Nonno disse che sapeva cosa provavo, perché anche lui lo prova. Ma soggiunse che così ti senti ogniqualvolta perdi qualcosa che hai amato. E che l'unico modo per evitarlo era di non amare niente, il che era peggio ancora perché ti saresti sentito sempre vuoto."
e
"Se non sai dove arrivare, vuol dire che è lontano.".
La musica che metteresti come colonna sonora
"Bad Liar - Imagine Dragons" e "7 Years - Lukas Graham". Queste canzoni devo dire che calzano meglio in certi punti rispetto che altri, però a mio parere sono adatte come colonna sonora della storia.
Cosa pensi della copertina? Vuoi mandare un messaggio all’editore che l’ha scelta?
La copertina è molto bella: il profilo delle persone e degli animali che quasi si perde nell'immensità delle montagne e la meraviglia dei paesaggi, cosa che viene anche evidenziata nel libro.
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Che legame c'è tra un piccolo Cherokee, i suoi nonni e i monti?
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Buongiorno! Questo libro, pur non appartenendo al mio genere preferito, mi ha colpito davvero tanto, mi ha lasciato il segno e mi ha fatto riflettere molto. Davvero un libro molto bello. Mi piacerebbe leggere altri libri con lo stesso profilo!
Questo libro mi è piaciuto molto. All'inizio non ero convinta della mia scelta perché questo racconto non mi sembrava del mio genere, ma devo dire che mi ha molto colpita. Inizialmente può sembrare un libro facile, quasi noioso, ma più si va avanti più ci si rende conto di quanto può essere interessante e coinvolgente. Inoltre è una storia piena di amore e di rispetto verso la natura e gli animali
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La natura insegna sempre
La frase che ti è piaciuta di più
"Prendi solo quello di cui hai bisogno. Se prendi il daino, non prendere il migliore. Prendi il più piccolo e il più lento. E così i daini cresceranno più forti e ti daranno sempre carne."
La musica che metteresti come colonna sonora
Sorella terra di Laura Pausini
Cosa pensi della copertina? Vuoi mandare un messaggio all’editore che l’ha scelta?
Trovo molto adeguata e interessante la copertina; essa illustra i principali personaggi del libro: le montagne sullo sfondo, gli animali colorati e i nonni a lato.
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Sapevo di essere Piccolo Albero, ed ero felice che mi amassero e mi volessero
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Caro Forrest Carter,
il tuo libro mi è molto piaciuto, grazie a te ho scoperto uno stile e un modo di vivere diverso dal mio. Adoro quando descrivi i paesaggi nei minimi dettagli, facendomi così immaginare le bellissime montagne di Piccolo Albero. Se in futuro scriverai altri libri simili a questo, io li leggerò sicuramente.
La storia in generale mi è piaciuta molto, come anche i principi e il messaggio che vuole comunicare, anche se il finale l'avrei preferito diverso. Inoltre avrei voluto che ci fossero meno descrizioni riguardanti il paesaggio e più dettagli in alcune situazioni, come all'inizio e nei punti più importanti della vicenda; in più in alcune frasi avrei usato parole diverse.
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Un Cherokee mezzosangue
La frase che ti è piaciuta di più
"Non sentirti triste Piccolo Albero, è la Via. Tal-con ha catturato la quaglia lenta, e così la lenta non crescerà figli che siano anch'essi lenti. Tal-con divora un migliaio di ratti che mangiano le uova delle quaglie, di quelle svelte e di quelle lente, sicché Tal-con vive secondo la Via. Tal-con aiuta le quaglie.
La musica che metteresti come colonna sonora
Running with the wolves di Aurora
Cosa pensi della copertina? Vuoi mandare un messaggio all’editore che l’ha scelta?
Io trovo che la copertina sia azzeccata e rappresenti in maniera esaustiva il contenuto del libro.
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Scoprire il valore e i principi della madre terra attraverso la storia di un bambino indiano mezzosangue di cinque anni.
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Mi sento di consigliare a voi tutti questo libro, Piccolo Albero, poiché, dietro ad una trama piuttosto semplice e leggera, sono celati importanti insegnamenti, che vi permetteranno di vedere il mondo con occhi diversi. Piccolo Albero, il protagonista, nonché appunto titolo del romanzo, è un bambino rimasto orfano, che si trova a vivere sui monti Appalachi insieme ai nonni, due Indiani Cherokee. Per il piccolo si apre quindi un mondo pieno di possibilità, immerso nella natura incontaminata, tra boschi, torrenti e paesaggi suggestivi. Verrà educato seguendo le regole di vita Cherokee, basate sul rispetto dell'ecosistema che ci circonda, la lealtà, la fiducia, l’amore…valori al giorno d’oggi un po’ deprezzati. Queste tematiche così profonde vengono comunque affrontate, come ho già detto, attraverso una narrazione essenziale, vivida, scorrevole e altamente avvincente: la storia di Piccolo Albero è un invito a cogliere quanto di poetico c'è nella vita e ad ascoltare con rispetto la voce della natura.
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Il nuovo titolo che darei al romanzo è “Lo spirito della natura”, un titolo che può sembrare apparentemente banale ma penso sia calzante con l’insegnamento che la trama vuole trasmettere. Infatti, secondo la cultura degli Indiani Cherokee, la natura ha quasi una vita propria, uno spirito; di conseguenza deve essere considerata come qualcosa di molto prezioso, e allo stesso tempo sempre rispettata e difesa come fosse una persona in carne e ossa.
La frase che ti è piaciuta di più
La frase che mi ha colpito di più del libro è “Nonno e nonna volevano che conoscessi il passato perché <<se non conosci il passato non avrai un futuro. Se non sai dove è stata la tua gente, non saprai neppure dove la tua gente sta andando>>. E così mi raccontarono tantissime cose”. È la mia frase preferita perché condivido pienamente queste parole e mi colpisce anche solo il fatto di riuscire ad identificarmi nelle opinioni di un indiano Cherokee, che vive chiaramente in una realtà molto diversa dalla mia. Credo che appunto sia fondamentale conoscere le nostre origini, sia per avere chiarezza e consapevolezza riguardo alla propria identità come popolo, ma anche per conoscere gli errori e le conquiste avvenuti in passato, in modo da poter agire razionalmente nel presente.
La musica che metteresti come colonna sonora
La musica che sceglierei per accompagnare il libro è senza dubbio “I colori del vento” cantata da Manuela Villa, nonché una delle colonne sonore del film Disney “Pochaontas”. Scelgo questa canzone perché, proprio come il romanzo, celebra la bellezza e il valore della natura e promuove il rispetto e l’amore verso essa stessa. Inoltre la base del brano, composta principalmente dal suono di violini, è come se richiamasse in modo armonico e melodioso la voce del vento; un aspetto che permette agli ascoltatori di entrare profondamente in contatto con l’ambiente intorno a noi.
Cosa pensi della copertina? Vuoi mandare un messaggio all’editore che l’ha scelta?
Penso che la copertina del libro richiami accuratamente il tema del romanzo e presenti alcuni elementi importanti che ne introducono la trama: gli animali in primo piano ad esempio, oppure il fiume e le montagne. L’unico aspetto su cui apporterei delle modifiche è la scelta dei colori, che avrei reso un po’ più accesi, sempre per riprendere l’idea della vitalità e dell’energia.
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“Con Piccolo Albero potrete riscoprire, grazie agli insegnamenti della cultura Cherokee, quale sia il valore di una vita vissuta giorno per giorno, celebrando la natura per quello che offre e apprezzando le piccole cose quotidiane.”
Se ti va scrivi un messaggio all'autore. Chissà, magari riusciamo a mandarglielo
Purtroppo lo scrittore del romanzo, Forrest Carter, pseudonimo di Asa Earl Carter, non è più in vita, ma se dovessi scrivergli un messaggio, esso sarebbe il seguente:
Caro Signor Carter,
Ho apprezzato il suo romanzo come pochi altri. Questo perché la morale celata dietro le avventure quotidiane di un bambino sui monti dell’America orientale ha una grande importanza e può ( e dovrebbe ) essere compresa da persone di tutte le età. Spesso personalmente tendo ad avere una visione della vita pessimistica, negativa, a dare quello che ho per scontato, ad avere ansia per il futuro e a non godermi a pieno il presente. Con Piccolo Albero ho potuto riflettere non solo sulla natura, un dono meraviglioso che purtroppo stiamo rovinando, ma anche su come dovremmo affrontare la vita di ogni giorno. Per questi ed altri motivi consiglierò il suo romanzo a tutti i miei conoscenti e non vedo l’ora di leggere altri suoi libri!
Ho trovato questo libro davvero interessante ed emozionante, seppur in qualche momento la lettura non sia stata molto scorrevole e io non abbia inteso del tutto ciò che lo scrittore voleva esprimere. Tutto sommato è risultata una buona lettura, si tratta di un libro che apre davvero la mente e che fa riflettere anche sul ruolo che i bianchi hanno avuto in America e sulla prepotenza con cui si sono appropriati di territori a loro non appartenenti. Ogni cosa in questo libro rimanda alla Via dei Cherokee: il rispetto per la natura, il suo ciclo e l'eliminazione della superficialità, sia con gli oggetti che nello spirito.
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La Via del Cherokee
La frase che ti è piaciuta di più
«È la via» disse a mezza voce. «Prendi solo quello di cui hai bisogno. Se prendi il daino, non prendere il migliore. Prendi il più piccolo e il più lento. E così i daini cresceranno più forti e ti daranno sempre carne. Pa-koh, il giaguaro, lo sa, e anche tu devi saperlo».
E soggiunse ridendo: «Soltanto Ti-bi, l’ape, accumula più di quanto possa usare, e così viene depredata dall’orso e dal procione… e dal Cherokee. Così vanno le cose con quelli che accumulano e ingrassano più di quanto non dovrebbero. E sarà loro rubato. E ci saranno per questo guerre, e faranno lunghi discorsi nel tentativo di tenersi più di quanto sia di loro spettanza. Diranno che una bandiera sta a comprovare il loro diritto di farlo, e uomini moriranno a causa delle parole e della bandiera, ma non cambieranno le regole della Via»
La musica che metteresti come colonna sonora
I colori del vento - Manuela Villa (Pocahontas, Walt Disney)
Cosa pensi della copertina? Vuoi mandare un messaggio all’editore che l’ha scelta?
Credo che la copertina esprima in pieno la semplicità della vita dei Cherokee e il libro in generale. Avrei reso più evidenti le figure di Piccolo Albero con i nonni e quella della volpe, ma potrebbe essere stata una strategia per far intendere che il Cherokee e la fauna sono in completa sintonia tra di loro e con la natura e che l'elemento principale di questo libro (o comunque uno dei principali) è proprio il legame e il rispetto tra l'indiano a l'ambiente circostante, quindi la non prevalenza dell'uno sull'altro.
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La riscoperta della natura, un nuova nuova visione della vita.
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Purtroppo l'autore è scomparso un anno prima della pubblicazione del libro, ma se potessi scrivergli qualcosa, gli direi sicuramente che dal suo libro ho tratto piccoli insegnamenti, persino nozioni che mi hanno arricchito come persona e che anche culturalmente, dato che vi è anche una parte in cui si parla del conflitto tra gli indiani e i bianchi.
Piccolo Albero è un inno alla vita e a come viverla in armonia con la natura. Un romanzo intenso e mozzafiato, che viene raccontato dal punto di vista di un bambino: leggero con una narrazione piacevole, una visione pura delle cose che lascia nostalgia dell’infanzia. Il libro parla infatti di un bambino rimasto orfano, dotato di un'acuta intelligenza. Il piccolo si trova a dover vivere sui monti Appalachi con i nonni, due indiani Cherokee, in seguito alla morte della madre. Il protagonista imparerà quindi a vivere a stretto contatto con la natura, e ad apprendere i saggi insegnamenti dei nonni.
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Le leggi della vita
La frase che ti è piaciuta di più
“Nonno e nonna volevano che conoscessi il passato perché "se non conosci il passato non avrai un futuro. Se non sai dove è stata la tua gente, non saprai neppure dove la tua gente sta andando". E così mi raccontarono tantissime cose.”
Una frase che subito mi ha colpita per la sua concretezza: ora come in tutto il corso dell’umanità, l’uomo tende a commettere gli stessi errori. Per questo è importante studiare la storia, onde evitare di ripetere disgrazie già accadute. Un concetto semplice che però purtroppo non tutti sembrano afferrare.
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Ocean eyes di Billie Eilish
Cosa pensi della copertina? Vuoi mandare un messaggio all’editore che l’ha scelta?
Ritengo giusta la scelta della copertina, la quale richiama il tema del romanzo e da una idea di cosa si andrà a leggere.
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Gli insegnamenti della natura in un romanzo emozionante per tutte le età
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Gentile Signor Carter,
Il romanzo da lei scritto mi ha fatto riflettere molto: oltre a Piccolo Albero, leggendo questo libro anche io ho imparato lezioni che non scorderò facilmente. Mi ha dato le fondamenta su cui basare le proprie scelte, il rapporto con le persone, e mi ha fatto vedere certi aspetti della vita da un’altra prospettiva.
Per questo la ringrazio.
Il libro Piccolo Albero mi è piaciuto molto, è un romanzo molto interessante e insegna la via giusta da prendere. È un libro ambientato nella natura e fa capire che il rispetto, l'amore e l'amicizia sono molto importanti per tutti.
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Un viaggio nella natura
La frase che ti è piaciuta di più
Nonno e nonna volevano che conoscessi il passato perché "se non conosci il passato non avrai un futuro. Se non sai dove è stata la tua gente, non saprai neppure dove la tua gente sta andando". E così mi raccontarono tantissime cose.
La musica che metteresti come colonna sonora
Lucio Dalla-Piazza Grande
Cosa pensi della copertina? Vuoi mandare un messaggio all’editore che l’ha scelta?
La copertina è molto bella e artistica, mi piace e secondo me è adeguata e corrisponde perfettamente al romanzo del libro.
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Ovunque voi vi troviate, seguite sempre la via che arriva dal vostro cuore.
Il libro mi è piaciuto. Dalle sue pagine si può capire la grande saggezza e spiritualità degli Indiani d'America e il loro grande amore e rispetto per la vita e la natura.
Ne consiglio la lettura, è una bella esperienza.
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Le voci della natura
La frase che ti è piaciuta di più
"Mi sentivo malissimo, vuoto. Nonno disse che sapeva cosa provavo, perché anche lui lo provava. Ma soggiunse che così ti senti ogniqualvolta perdi qualcosa che hai amato. E che l'unico modo per evitarlo era di non amare niente, il che era peggio ancora perché ti saresti sentito sempre vuoto."
La musica che metteresti come colonna sonora
La cura - Franco Battiato
Cosa pensi della copertina? Vuoi mandare un messaggio all’editore che l’ha scelta?
La copertina mi piace e mi sembra azzeccata per l'argomento del libro.
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Scoprire la saggezza e la spiritualità degli Indiani d'America è un'esperienza che va vissuta.